La termoablazione con radiofrequenza nella patologia nodulare tiroidea

Il trattamento elettivo dei noduli tiroidei benigni che causano problemi compressivi o estetici è tradizionalmente quello chirurgico.
La chirurgia non è però scevra da complicazioni e talora può risultare controindicata o comportare rischi elevati in presenza di comorbilità.

Per questa ragione, nel tempo sono state messe a punto tecniche alternative, tra le quali hanno trovato posto le tecniche minimamente invasive che puntano alla distruzione del tessuto del nodulo conservando il resto della ghiandola, quali la sclerosi con alcool (PEI, percutaneous ethanol injection). La PEI, tuttavia, è risultata molto efficace per il trattamento dei noduli cistici, mentre non ha dimostrato risultati altrettanto significativi sui noduli solidi.

Più recentemente sono state messe a punto altre tecniche efficaci sulla componente solida del nodulo, che utilizzano il calore per causare una termo-coagulazione dei tessuti e quindi la morte cellulare. La termo-ablazione con laser (LTA, Laser Thermal Ablation) utilizza la luce laser per creare calore all’interno del nodulo ed è risultata efficace per la citoriduzione dei noduli solidi.

La termoablazione con radiofrequenze (RTA, Radiofrequency Thermal Ablation) è stata introdotta come strumento per indurre la necrosi tissutale attraverso il calore ed utilizzata inizialmente sulle lesioni epatiche. Più recentemente, la RTA ha dimostrato di essere efficace e sicura quando utilizzata nel trattamento dei noduli tiroidei benigni o nelle recidive di cancro tiroideo.

In sintesi, i vantaggi del trattamento termo-ablativo con radiofrequenze sono:

  • Il risparmio del tessuto ghiandolare extra-nodulare;
  • L’applicabilità su tutti i noduli che sono visualizzabili correttamente con l’ecografia;
  • L’utilizzo di una semplice anestesia locale nella sede di iniezione dell’ago;
  • L’applicabilità sui noduli iperfunzionanti di piccole e medie dimensioni.

I limiti sono rappresentati da:

  • Difficoltà di ottenere un ablazione completa nel caso di noduli iperfunzionanti se di grandi dimensioni;
  • Presenza di grossolane calcificazioni che generano un cono d’ombra posteriore in grado di impedire una buona diffusione del calore;
  • Difficoltà di trattare noduli situati in posizione profonda retro-sternale.

Alla luce dell’esperienza personale e dei risultati pubblicati, allo stato attuale si può ritenere che l’indicazione all’ablazione con radiofrequenze sia il trattamento dei sintomi compressivi o estetici derivanti da un nodulo tiroideo unico o prevalente nell’ambito di un gozzo plurinodulare, normofunzionante o tossico, in pazienti che abbiano una controindicazione al trattamento chirurgico o radiometabolico, o che rifiutino queste opzioni, avendo comunque ottenuto un’adeguata informazione relativa ai vantaggi ed agli svantaggi delle varie procedure.

Int J Ipertermia. Agosto 2018; 34 (5): 617-623.doi: 10.1080 / 02656736.2018.1430868. Epub 2018 6 febbraio.

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