Nutrizione e Tiroide

Iodio

Lo iodio è un elemento costitutivo essenziale degli ormoni tiroidei: la iodizzazione dei residui tirosinici della tireoglobulina ad opera della tireo-perossidasi (TPO) è un passaggio chiave per la formazione di monoiodo-tirosina e diiodo-tirosina, dalla cui combinazione si formano triiodotironina (T3) e tiroxina (T4).
L’apporto di iodio influenza in maniera significativa lo spettro di tireopatie presenti in una determinata popolazione. Un deficit severo di iodio è infatti responsabile di quadri di gozzo e di ipotiroidismo, mentre nella carenza lieve o moderata è stata osservata un’aumentata prevalenza di gozzo multinodulare tossico e ipertiroidismo. Il deficit di iodio ha rappresentato a lungo un problema di salute pubblica internazionale, attualmente risolto in molte nazioni attraverso l’introduzione di sale iodato.
L’eccesso di iodio, o un incremento improvviso dell’apporto in aree precedentemente iodio-carenti, si associa a un maggior rischio di ipertiroidismo (per elevata disponibilità di substrato) e di patologie tiroidee autoimmuni. Numerosi studi epidemiologici hanno, infatti, evidenziato una correlazione tra eccessivo consumo di iodio e aumentata prevalenza di tiroidite di Hashimoto (HT).

In sintesi, l’apporto di iodio deve essere ottimizzato:

  • Circa 150 µg/die per gli adulti
  • 220 µg/die per le donne in gravidanza
  • 290 µg/die durante l’allattamento.

Le fonti alimentari più comuni di iodio includono:

  • Sale iodato
  • Frutti di mare
  • Pesce
  • Alghe.

Alcuni integratori e prodotti da banco, come alga kelp o spirulina, possono contenere dosi eccessive di iodio (>500 µg/die) e vanno evitati.

Selenio

Il selenio è un oligoelemento fondamentale per l’organismo. È presente in 25 proteine (selenoproteine) che svolgono numerose funzioni. La tiroide è l’organo con la maggiore concentrazione di selenio.
I tireociti esprimono diverse selenioproteine,

A livello tiroideo il selenio ha un ruolo importante nella sintesi di ormoni tiroidei attivi e una funzione protettiva sui tireociti.
Il selenio ha dimostrato efficacia anche in caso di orbitopatia tiroidea

Attenzione però all’eccesso: il selenio in dosi troppo alte può essere tossico, con sintomi come:

  • nausea,
  • irritabilità,
  • astenia.

La relazione tra selenio e funzionalità tiroidea segue una curva a U, cioè può essere dannoso sia un apporto troppo basso che troppo elevato.
Il fabbisogno raccomandato di selenio negli adulti è compreso tra 50 e 100 µg/die.

Le fonti principali sono:

  • frutti di mare,
  • interiora,
  • noci brasiliane,
  • cereali e grani.

Gozzigeni

Il termine “gozzigeno” si riferisce a qualunque sostanza possa determinare un incremento di volume della ghiandola tiroidea.

Il meccanismo può essere una riduzione della quantità di iodio a disposizione dei tireociti o l’inibizione di altri componenti della normale produzione ormonale.

Gli alimenti potenzialmente gozzigeni più comuni sono le verdure crucifere e la soia.

Verdure crucifere

Le verdure crucifere o Brassicaceae sono una famiglia di piante erbacee, che comprendono broccoli, cavoli, cavolfiori, cavoletti di Bruxelles, cavolfiori e rape. Sono ricche di glucosinolati, composti glicosidici la cui degradazione enzimatica dà origine a una miscela complessa di composti quali isotiocianati e loro derivati.

L’isotiocianato è un inibitore competitivo del co-trasportatore sodio/iodio presente sulla membrana basale dei tireociti. Il consumo eccessivo di verdure è stato messo in correlazione a un maggior rischio di gozzo. Uno studio sul consumo di bevande a base di crucifere e alterazioni della funzionalità tiroidea e/o sviluppo di autoimmunità non ha però dimostrato effetti negativi significativi.

In sintesi, non ci sono dati sufficienti in letteratura per sconsigliare il consumo di verdure crucifere nei pazienti affetti da tireopatie. È comunque importante raccomandare al paziente che le quantità siano ragionevoli, all’interno di una dieta varia e bilanciata.

Soia

Le potenziali implicazioni sulla salute pubblica di un eventuale effetto anti-tiroideo della soia sono rilevanti, dal momento che:i prodotti a base di soia (latte, salsa, tofu, miso, tempeh) sono sempre più utilizzati

Molti integratori contengono isoflavoni, composti fitoestrogenici presenti nella soia.

Gli isoflavoni

  • possono inibire la sintesi di ormoni tiroidei in persone iodio-carenti
  • hanno dimostrato in vitro di inibire la TPO (tireo-perossidasi).

Gli studi clinici sull’uomo mostrano risultati contrastanti:

  • alcuni case report hanno descritto comparsa di ipotiroidismo in neonati nutriti con latte di soia, risolto sospendendo il prodotto;
  • è stata osservata una riduzione dell’assorbimento della L-tiroxina se assunta insieme a integratori a base di soia.

Per questo è sconsigliata l’assunzione contemporanea di soia e L-tiroxina.
Dato che la soia ha benefici su sistema cardiovascolare, sindrome metabolica e salute ossea, non ci sono dati sufficienti per sconsigliarla nei pazienti con tireopatie.

Vitamina D

È stato ipotizzato che la vitamina D possa:

  • avere un ruolo nel sistema immunitario,
  • influenzare la funzionalità tiroidea e l’autoimmunità.

Tuttavia:

  • le evidenze sono limitate,
  • alcuni studi caso-controllo hanno mostrato livelli più bassi di vitamina D nei pazienti con tiroidite di Hashimoto (HT)

Una relazione inversa è stata osservata tra:

  • vitamina D e titolo anticorpale nei pazienti con HT,
  • vitamina D e TSH,
  • vitamina D e livelli di T3 nei pazienti ipotiroidei.

Tuttavia, nessun beneficio diretto sulla funzionalità tiroidea con supplementazione di vitamina D è stato dimostrato .

Dieta priva di Glutine

Gli studi sulla dieta gluten free in relazione alla tiroidite di Hashimoto sono limitati:

  • alcuni mostrano una riduzione del titolo anticorpale,
  • nessuna modifica significativa di TSH e ormoni tiroidei.

Al momento, una dieta priva di glutine è giustificata solo in presenza di celiachia, non in assenza di malattia celiaca.

Conclusione

Diversi oligo-elementi aiutano a preservare la funzione tiroidea, ma mancano studi clinici randomizzati che ne supportino l’uso diffuso.

Le raccomandazioni basate su dati scientifici sono:

  • Iodio: 150 µg/die adulti (220-290 in gravidanza/allattamento). Evitare spirulina, kelp, integratori con dosi elevate.
  • Selenio: supplementare 200 µg/die in pazienti con orbitopatia tiroidea lieve/moderata.
  • Soia: evitare l’assunzione concomitante con L-tiroxina.
  • Vitamina D: valutare nei pazienti con HT, potenzialmente più a rischio di ipovitaminosi.
  • Dieta senza glutine: solo in presenza di celiachia

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